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BOBINE DI TESLA


A cura di IK5YZZ

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DESCRIZIONE DELLA BOBINA S.G.T.C.
CHE HA VINTO IL PREMIO
MICROCON 2020



Io e mio figlio Luca iniziammo con primi esperimenti in alta tensione nel 2018.
Ottenemmo le prime scariche utilizzando trasformatori AT delle vecchie tv utilizzando trasformatori switching perchè mio figlio si era appassionato a questi prodotti e ne stava approfondendo lo studio.
Dopo un pò di tempo introducemmo trasformatori MOT per scaricare costruendo un sistema Jacob's Ladder in cui la scarica sale verso l'alto simulando appunto una scala.
Ritenevamo il sistema molto pericoloso perchè lavorava a 50Hz. Vedendo i vari filmati su internet delle bobine di Tesla ci siamo innamorati del loro sistema di funzionamento e abbiamo deciso di costruirne una di tipo Spark Gap (S.G.T.C) di una discreta dimensione, essa infatti superava l'altezza di 1,5m.
La prima problematica si presentò subito durante il primo collaudo.
Avevamo fatto l'avvolgimento del secondario, con molta fatica come si può vedere dai video Youtube, su un tubo in pvc di colore arancione.
Al primo test il tubo scaricò all'interno a circa 7-8cm dal'inizio della bobina.
Ci attivammo immediatamente per indagare sul perchè di questa scarica anomala. Parlammo con un ingegnere che lavora per un'impresa di tubi in pvc e ci disse che, insieme al polietilene, nella mescola c'era il colorante (e ok è arancione) e del carbonato di calcio in grosse quantità che serviva e serve per per renedere più rigido il tubo.
A quel punto capimmo il problema; passando corrente e tensione, il carbonato di calcio liberava atomi di carbonio inducendo la scarica all'interno e causando la forte perforazione del PVC. Decidemmo quindi di tentare dinuovo avvolgendo i secondari delle bobine successive su tubi in pvc di colore neutro e senza carbonato di calcio, potemmo oltretutto costruitre bobine molto più potenti.
LA BOBINA S.G.T.C.


I problemi però non erano finiti, oltre ad aver scoppiato diversi condensatori, come è ovvio che accada, spesso capitava che a 10 cm dalla fine della bobina si iniziassero a vedere scaricare in aria che degradavano il filo dell'avvolgimento.
Il problema era legato ovviamente al filo o alla smaltatura. Trovammo un filo di rame del diametro di 0,50mm presso una ditta di Cuneo di proprietà del Signor Giovanni (Italtras.us) che ci risolse il problema delle scariche in aria senza nemmeno trattare il tunbo con resina isolante.
Il cuore di una S.G.t.C: è ovviamente lo spark gap. Nella nostra storia ne abbiamo costruiti tre.
Per la versione statica invece, nostra ultima realizzazione,abbiamo costruito uno spark gap in una scatola di legno e, alle sue estremità, ci sono due ventilatori in aspirazione e uno montato sopra che soffi aria.
In questa maniera i canali di ionizzazione rimangono bilanciati non causando l'effetto Joule.
Abbiamo sperimentato, durante le nostre realizzazioni, uno spark gap rotativo messo in continua utilizzando il motore asincrono di una mola portatile (flessibile), ma i risultati non sono stati soddisfacenti perche non risulta molto efficiente. Il motore di uno spark gap rotativo infatti deve essere sincrono. Un'altra cosa molto importante per una bobina di Tesla è la messa a terra.
Abbiamo adottato una terra che crea un armatura con un potenziale intorno a 0Ohm. La terra è costruita con una griglia metallica delle dimensionei di 1,00m per 1,80 e la macchina è stata tarata su quella terra. Concludendo, non sono pochi i problemi da risolvere quando sic erca di costruire una bobina di Tesla che sia degna di tale nome, cioè con delle dimensioni e potenze in gioco interessanti. Andremo avanti con i nostri esperimenti nella speranza di riuscire a produrre scariche ed effetti ionizzanti sempre a distanze maggiori.




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